Sala consiliare piena, ieri a Palazzo Valentini a Roma, per la presentazione del Rapporto sulla condizione sociale del territorio della provincia di Roma: elementi di analisi e pianificazione nei distretti socio sanitari, redatto dal Dipartimento IX, Servizio 1 “Pianificazione territoriale, formazione e sistema informativo degli interventi in campo sociale” della Città metropolitana di Roma Capitale.
Il Rapporto ha preso in esame i Piani sociali di Zona 2012-2014 dei 17 Distretti sociosanitari presenti nella provincia, ricavandone un’analisi approfondita del territorio, “con i suoi bisogni sociali, con i servizi ed i progetti che intorno a questi si sono storicamente determinati con le prassi che negli anni la legge e la professionalità degli operatori hanno delineato”. Obiettivo, “aprire una riflessione per il futuro” nel momento storico che vede la profonda riforma delle Provincie, la nascita della Città metropolitana di Roma Capitale e l’iter verso l’approvazione della “Legge sul sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali” della Regione Lazio.
La ricerca –
consultabile nell’area riservata agli operatori socio-sanitari sul sito http://sociale.provincia.roma.it, sezione Analisi piani di zona – è stata elaborata dal personale tecnico del Servizio 1 del Dipartimento IX in sinergia con
Marco Accorinti, ricercatore sociale del
CNR-Irpps e dell’Università
La Sapienza, esperto di Piani sociali di Zona. “Questo lavoro intende
riconoscere il lavoro degli uffici di piano per favorire l’accesso delle persone ai diritti“, ha messo in luce Accorinti presentando il volume. Un antidoto alla “umiliazione che si ha quando le persone non vengono riconosciute”, ha detto citando il filosofo Avishai Margalit.
Di Uffici di Piano come “cuore pulsante” del sistema dei servizi sociali ha parlato anche Alberto Sasso D’Elia, dirigente Piani di zona e Servizi sociali della Regione Lazio. Pietro Barrera, responsabile del progetto formazione UPI-ANCI “Accademia per l’Autonomia”, ha evidenziato la necessità che i processi di riforma in atto tengano presente il confronto con gli enti coinvolti, in modo da non creare dissonanze normative e organizzative tra i vari organismi pubblici che invece devono agire in sinergia per dare un volano di crescita al Paese.
Sul nodo del “riconoscimento” del lavoro sociale si sono soffermati anche alcuni
coordinatori degli Uffici di Piano che, dopo essere stati
intervistati per la redazione del volume, hanno portato le loro testimonianze anche all’evento di presentazione.
Anna Foggia, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Monterotondo e coordinatore dell’Ufficio di Piano del
Distretto RM G1, ha descritto la
complessità del lavoro di concertazione svolto dagli Uffici di Piano, richiamando alcuni nodi critici tra cui la
precarietà dei tecnici, su cui è difficile “innestare una progettualità di lungo termine” dei servizi.
Tommasina Raponi, coordinatore tecnico dell’Ufficio di Piano del Distretto Sociosanitario RM H1, ha evidenziato il lavoro abbastanza oneroso espresso in questa fase in cui i Distretti stanno passando dall’organizzazione per Accordo di programma all’organizzazione per Convenzione. Nel suo intervento Raponi ha sottolineato inoltre l’importanza delle sinergie tra enti e con la ASL, l’importanza della comunicazione per far conoscere il “chi siamo” dei servizi e degli Uffici di Piano, e l’importanza di rispondere ai bisogni in evoluzione del territorio.
Conclusioni affidate a
Gemma Azuni, consigliere della
Città Metropolitana di Roma Capitale e professionista del sociale dalla lunga esperienza: “Questo
Rapporto rappresenta i
bisogni, ma ce ne sono di
emergenti che ancora non sono colti: questa è l
a nostra sfida” per il futuro, ha detto.
IR