“Nel 2014, 700 persone si sono rivolte al centro di ascolto dello Sportello Intercomunale Antiusura della Provincia di Roma (presente nel territorio distrettuale a Monte Porzio Catone, n.d.r.). Molte ci hanno raccontato: ‘gioco, perché ogni tanto si vince’“, spiega Massimo Morais, vicepresidente dello Sportello Intercomunale Antiusura della Provincia di Roma , associazione che da oltre un decennio offre informazione, orientamento e assistenza alle persone indebitate, per la prevenzione del fenomeno dell’usura e per il contrasto della ludopatia, cioè la dipendenza patologica dal gioco d’azzardo.
Il legame tra indebitamento, usura e ludopatie sta (anche) lì, in quell’ ”ogni tanto si vince” che elude il fatto che, la maggior parte delle volte, giocando d’azzardo si perde. Poprio ascoltando le persone che si sono rivolte allo Sportello è nata l’idea di avviare una ricerca per rilevare, in ottica di prevenzione, gli atteggiamenti, le opinioni, i giudizi dei giovani del territorio rispetto al gioco d’azzardo.
La ricerca Giovani e ludopatia, curata dalla socioologa Cristina Mariti (volontaria dello Sportello Intercomunale Antiusura), ha coinvolto 844 ragazzi fra i 13 e i 19 anni residenti in 7 comuni dei Castelli – Colonna, Frascati, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca Priora e San Cesareo. 484 frequentavano la terza classe della scuola secondaria di primo grado e 400 la scuola secondaria di secondo grado: “un campione altamente rappresentativo dell’universo corrispondente”.
I risultati, presentati lo scorso 14 maggio al Comune di Frascati, devono destare l’attenzione di adulti e istituzioni. Il 25% degli studenti delle medie dichiara di aver già giocato alle slot machine, nonostante siano vietate ai minori. Una percentuale che sale al 31% degli studenti delle superiori. Il 5,3% gioca sul web. Il 73% degli interpellati conosce i luoghi di gioco della propria zona di residenza e il 18,5% ha amici che frequentano abitualmente le sale gioco.
In un’età ancora lontana dalle preoccupazioni economiche e caratterizzata da disponibilità di denaro limitata, si gioca soprattutto per sfidare la sorte spendendo la paghetta dei genitori o dei nonni. Ma soprattutto, gioca chi ha una piccola indipendenza economica: gioca circa la metà di coloro che guadagnano da lavoretti di qualche tipo. Il tutto in un contesto che vede crescere le relazioni virtuali, e mentre il gioco sfuma da una dimensione di socializzazione, com’era in passato, a passatempo solitario.
“I giovani sono il nostro prodotto – ha commentato in chiusura la sociologa Cristina Mariti – ma gestiranno il paese. Sono in minoranza rispetto agli anziani, hanno tante possiblità di scegliere e cambiare, ma richiedono orientamento e guida. Vanno accompagnati a costruire una progettualità di vita”. Dalle risposte ai questionari della ricerca emerge infatti che “buoni rapporti familiari, la reciprocità di questi nell’ambito domestico”, “una visione positiva dell’istituzione scolastica” e un percorso scolastico positivo, insieme a “un gruppo dei pari con cui si possano scambiare momenti ed esperienze fra di loro bilanciati” tra frequentatori delle sale gioco e non, “potrebbe esere il mixage ideale per conoscere e valutare il gioco d’azzardo”.
All’incontro è intervenuta anche
Tommasina Raponi, psicologa,
coordinatore dell’Ufficio di Piano del nostro Distretto, che ha sottolineato come la
ludopatia sia stata
inclusa a livello nazionale nei LEA, livelli essenziali di assistenza. Ciò è stato recepito dalla
Regione Lazio, che
ha deciso di avviare l’apertura di sportelli sul territorio regionale, integrando le risorse e le realtà del territorio che già sono operative su questi temi. Si dimostra dunque fondamentale
fare rete. “Occorre poi
ripartire dall’educazione emotiva dei giovani”, ha concluso Raponi. Proprio sul tema dell’educazione emotiva e del fare rete tra istituzioni si concentrano alcuni
progetti distrettuali rivolti ai minori e ai giovani. Si tratta, ad esempio, del laboratorio
“Il teatro per imparare la vita” e il progetto
“La rete che tutela”, finalizzato alla redazione di un
protocollo interistituzionale per la tutela dei minori.
Claudia Strambi, del Ser.T. Asl Roma H, ha concluso l’incontro illustrando le caratteristiche del GAP, il gioco d’azzardo patologico, e le modalità di intervento messe in atto dal Ser.T. per curare gli adulti che ne sono dipendenti. Ha parlato inoltre delle caratteristiche dell’Internet addiction disorder (IAD), dipendenza da internet collegata al gioco d’azzardo, visto che si gioca anche sul web.
Presenti all’incontro anche i vertici di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale, che hanno contribuito alla discussione con osservazioni sulla ludopatia tra giovani e giovanissimi sulla base della propria esperienza professionale.
“L’incontro è stato un’occasione di riflessione importante per le Istituzioni”, ha dichiarato l’Assessore alla Politiche Sociali di Frascati Matteo Filipponi, che ha seguito l’incontro insieme al Sindaco Alessandro Spalletta. “E’ bene che lo Stato si scrolli di dosso le ipocrisie sul gioco d’azzardo”, ha sottolineato il Sindaco di Monte Porzio Catone Emanuele Pucci, in ottica di considerare investimento pubblico la prevenzione dei problemi legati alle ludopatie.
I. R.
(foto 1 e 3: Comune di Frascati)